Dente, 9/12/2016

Un’attesa lunga, scandita dai viaggi ripetuti di bottiglie e bicchieri in camerino, e finalmente il ciuffo di Dente sale sul palco, accompagnato da una banda di ottimi musicisti.
Un déjà-vu lungo circa 25 canzoni, alcune -le nuove- appena accennate (perché sono” Canzoni per metà”) ed altre – le storiche- cantate fino in fondo da un pubblico coinvolto e coeso.
In oltre un’ora e mezza di spettacolo pieno, si invita un ricordo molesto a tornare da dove è venuto (Canzone di non amore), si dà la colpa all’Adsl per un amore naufragato (Piccolo destino ridicolo), declinando lo stesso tema nella delicata “Coniugati passeggiare”, ne “Invece tu”, dalle atmosfere retrò e nell’efficacissima e datata “Cena d’addio”.
C’è spazio anche per la dolcezza di “Baby building”, con il suo “cesto di stelle di plastica” da attaccare al soffitto, per la rivincita delle doppie punte come arma di seduzione (A me piace lei), per una certa Irene, con cui non è semplice avere a che fare (Settimana enigmatica), per le storie d’amore nate ai posti di blocco dei carabinieri (Quel Mazzolino) e per i letti sul pavimento, alla faccia del mal di schiena (Vieni a vivere).
E poi “Beato me”, con la batteria incisiva e rullante che avvolge il testo tagliente ed affilato, “Buon appetito”, terapeutica e liberatoria come poche e “Chiuso dall’interno”, in cui “il coraggio finisce” imprigionato “sulle pagine di un quaderno pieno di bugie e chiuso dall’interno”, come un nuovo ” pescatore di asterischi”, alla Samuele Bersani.
Infine c’è “Saldati” che riesce a “saldare” efficacemente su un pentagramma un istante di perfetta leggerezza, un momento di piccola e non trascurabile felicità, ancorata alla fioritura di un albero in primavera, emblema di uno stato di grazia.
Dente attraversa dieci anni di produzione e sei album, instaurando un dialogo equilibrato fra i suoi pezzi, realizza richiami continui, più o meno velati, al cantautorato, racconta storie, che, se anche in prima persona, sembrano sempre osservate da dietro un vetro, con discrezione e delicata partecipazione.
Il tutto è valorizzato da arrangiamenti ricchi ed immediati e da una nuova maturità nel rapporto con il pubblico, con sfoggio di coordinazione e grazia nel balletto, degna del miglior Battiato.
Dente, un graditissimo ritorno.
9/12/2016, Retronouveau.

Sara Di Bella

dente retronouveau

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