La situazione: un tavolino con sopra pericolosissime arachidi e patatine non richieste, uno spritz – scelta che equivale a quella di vestirsi di nero quando non sai cosa mettere- e folate di vento caldo, di quelle che ti fanno sperare che l’inverno sia passato.
Ad un certo punto i Kamikaze iniziano a suonare il repertorio di Lucio Dalla e ci si chiede come quest’uomo abbia fatto a smascherare con i suoi testi tutte le bugie che quella stronza della mente ci racconta, con un tale grado di precisione e tenerezza.
Per esempio, come ha fatto a capire che Anna e Marco volevano andare via? E chi gliel’ha detto che non era vero nulla e che l’unico posto in cui volevano essere era lì ed insieme?
Ed il caro amico che riceve la lettera l’ha capito che tra le righe c’è la speranza di imparare a creare quel cambiamento che tutti stanno già aspettando, smettendo di aspettarlo e basta? Ci è riuscito, l’amico suo, ad imparare a vivere?
Ed il ballerino con la sua arte è riuscito a far capire a tutti quelli che si affannano che “quello che ieri era vero, non sarà vero domani“?
Ma alla fine, è solo una notte così dolce che si potrebbe bere ed i piccoli pezzi di vita con la colonna sonora giusta sono una benedizione da assaporare, senza cercare di capirci qualcosa, un esercizio per imparare l’arte della leggerezza.
In tutto ciò, i Kamikaze sono eccezionali ed il loro spettacolo è un concentrato di casino, sensibilità e passione.
Superba la loro versione di Kamikaze, generoso e particolarmente apprezzato il regalo finale di Cara; preziose ed interessanti le piccole chicche sulla genesi di testi e canzoni più famose.
Programma della settimana: conservare gli effetti di questa iniezione di serenità, almeno fino a venerdì.
Sara Di Bella
Kamikaze- Lucio Dalla Tribute, Noa, 15/04/2018