“nei giorni del duemila che verranno
in tutte queste cose che accadranno”
(Pino Daniele, Neve al sole)
Più cresci più accade che qualunque fenomeno, musicale e non, appare irrimediabilmente mitico, irripetibile ed estremamente significativo, perché rivestito dall’inganno della nostalgia.
A dodici anni Corona mi metteva ansia, perché il ritmo della notte era pure il ritmo della coreografia del saggio di aerobica della scuola, Blue degli Eiffel mi aveva stufato, Cremonini si portava dietro paturnie sentimentali, cibi, merendine, gelati erano dati per scontati, i giocattoli snobbati e mille altre cose erano rese opache dal velo della quotidianità.
Oggi vivo in un luogo diverso da quello in cui ho passato i nineties ed ho scelto di richiamarli per il mio compleanno, con tutti i cambiamenti che nel frattempo ci sono stati e con un pensiero a chi era con me in quel decennio di collarini e dr. Martens.
Con la consapevolezza che tra qualche anno persino Giusy Ferreri potrà strapparmi un sorriso, perché la nostalgia è bugiardissima.
Sara