“Uh com’è difficile restare padre quando i figli crescono e le mamme imbiancano.”
(F. Battiato)
È una delicata ballata di tre minuti in cui un figlio si guarda con gli occhi di suo padre; è un pezzo alla “father and son” di Cat Stevens, ma senza conflitti generazionali: qui l’uno si riconosce perfettamente nello sguardo dell’altro, perché i migliori padri sono quelli che non dimenticano che tipo di figli sono stati.
Era probabilmente facile cadere nella retorica ed invece il tutto risulta equilibrato, dolce ed efficacissimo.
Perché “la stanza della nonna” continua a raccontare attraverso i dettagli, disegnati con un tratto leggero e preciso, e ciò permette di creare storie universali in cui riconoscersi.
Ricorre l’elemento dell’acqua, come in quasi tutte le canzoni, qui come temporale, incisiva metafora dell’irrequietezza di chi non ha ancora trovato il proprio posto nel mondo.
Significativa la scelta della lingua messinese, che non intacca la fruibilità del testo, ma aggiunge personalità al racconto.
Ricchissima di suggestioni la parte musicale, si sposa perfettamente con il tono della voce, misurato ed armonico; superba la batteria finale: un dettaglio che sembra richiamare i passi di un nuovo cammino.
ln sintesi: il nuovo pezzo de “la stanza della nonna” è bellissimo e si può ascoltare (anche) qui: https://www.youtube.com/watch?v=aE1UEdIPpCc
Sara