Il pubblico è una coperta macchiata di luci che avvolge un uomo sul palco con una chitarra. Inizia così un racconto musicale che dura vent’anni, un percorso, condiviso e corale, di ricerca di sé. Niccolò Fabi chiama sul palco tutti i compagni, nomi più o meno conosciuti, fino al momento conclusivo del cameo di Gazze’ e Silvestri.
Con l’emozione visibile di un arrivederci, Fabi ringrazia a lungo il suo pubblico dopo ogni canzone, con lo sguardo attento di chi lascia un luogo che non sa quando rivedrà e registra ogni particolare in memoria.
Ogni pezzo rappresenta un equilibrio tra le emozioni, fortissime, ed il distacco di riuscire a scriverne.
Questo concerto è, per me, la perfetta conclusione di una cura ricostituente di bellezza durata un weekend, tra viali di foglie gialle, sbalzi termici, eternità di fontane, posticini speciali da scovare (“che il posto della meraviglia è solo un po’ più nascosto”) abbracci, bicchieri di vino e tazze di cioccolata, ricordi dolcissimi.
Roma fa bene al cuore.
Niccolò Fabi, 26/11/2017, Palalottomatica
Sara Di Bella