Dimartino, 7/10/2016

Nel palco vuoto del Retronouveau gli strumenti dormono, mentre l’aria è intrisa di fumo ed attesa.
Comincia lo spettacolo.
Musica e luci esplodono all’unisono, mille occhi sono puntati nella stessa direzione, mentre il vino ondeggia nei bicchieri, abbandonato per un po’.
Le canzoni scorrono come i paesaggi dal finestrino del treno. Si racconta di Vincenzo che torna dai paesi europei “con una fidanzata bionda e una vita nuova”, là dove bambini corrono “come un dito sul mappamondo” tra rondini e campanili. Ci sono amori contrastati dalle Ferrovie dello Stato, “maledetti autunni”, in cui si va nei centri commerciali ad incontrare “cani e mariti da passeggio”. Ci sono “lezioni di tango” dentro magazzini vuoti al freddo della periferia, in un’Italia che ci vuole “vivi e basta”.
Ci sono “case stregate” con “i mostri in cucina che sorridono”, mentre “i ragazzi inseguono l’amore” con i motorini ed alla fine della corsa trovano il mare.
C’è la splendida “i calendari”, impregnata di malinconia buona e note dolci sulla tastiera, quando ormai il pubblico non è più una massa informe ed indistinta, ma è diventato una voce sola, un solo corpo che fa video con il telefonino.
“Un paese ci vuole” è sdraiarsi sulle proprie radici, rivolgendo gli occhi al futuro.
Disegna un microcosmo intenso, fatto di tasselli di ceramica colorati abbandonati sulla spiaggia, di lucine della festa del Patrono, di stradine di paese che scivolano verso il mare, dell’ansia di scappare – che è la stessa che spinge a tornare, sempre-, dei misteri della vita custoditi nelle pietre aride della campagna siciliana, là dove la ciclicità delle stagioni e lo scorrere inesorabile del tempo sembrano avere una dimensione rilassata ed una ragione finalmente afferrabile, seppure per lo spazio di un’estate.
Antonio Dimartino incanta il pubblico con intensità e potenza; la performance è impreziosita dall’aggressiva tenerezza di Simona Norato e dalla bravura e precisione degli altri musicisti.
Un paese ci vuole, così come ci vuole un concerto dei Dimartino. Magari più di uno.

Dimartino, Retronouveau, 7 ottobre 2016.

Sara Di Bella

dimartino

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