SilvestriSegreto, 08/08/2018

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(foto di Christian Cannavò)

“…Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili…”

(W. Szymborska, Amore a prima vista)

Nulla è più emozionante delle coincidenze. 

Mi affascina il momento in cui riesci a dare un ordine compiuto alla sequenza di eventi che compongono il susseguirsi delle giornate e ti senti grato per qualcosa che sembra messo lì per indicarti la strada in un incrocio che attraversi per la prima volta.

La musica di Silvestri è stata in parte questo per me, in questo lungo anno.

Ha scandito le mie trasferte romane, rendendo strade nuove improvvisamente familiari.

Perché Silvestri incarna per me parte dell’essenza complicata della romanità: quel senso di appartenenza ad un luogo fisico che ho sempre invidiato, io che a volte sento di avere due case, a volte nessuna.

Quell’aria sorniona e sfottente che ho ritrovato in tassinari, camerieri, pizzettari e passanti qualunque.

Silvestri ieri sera è stato un segno, un simbolo di un percorso che mi ha portato a sentire Roma un po’ come se fosse casa.

Poi c’è stata anche Occhi da orientale, che un po’ di tempo fa mi è stata dedicata, ma senza cuore, a dimostrare che a fidarti troppo dei segni a volte sbagli strada.

E così SilvestriSegreto dell’Indiegeno 2018 diventa per me SilvestriSimbolico.

Sara Di Bella

Laghetti di Marinello, 08/08/2018, Secret concert Daniele Silvestri

 

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